A Boba Morto #2: Balla coi Tusken
Continua lo spinoff di Non le Mando a Dire con un'educazione tuskeniana e wookie grossi, neri e molto sinceri.
La vicenda in bilico tra passato e presente del Signor Fett procede a speeder spianato: i contorni sono ancora sfumati ma cominciamo a intravedere la posta in gioco.
Anche se hanno in comune la suddivisione in capitoli e quel gusto un po’ sornione per la narrazione minimalista, The Book of Boba Fett sembra volersi smarcare dalla semi-autoconclusivitá delle puntate di The Mandalorian. Stiamo seguendo i capitoli di quello che è a tutti gli effetti un romanzo che ha avuto un inizio e, presumibilmente, avrá anche una fine.
LA MORA AGGUANTA, LA ROSSA INCANTA, IL WOOKIE BLACK KRSSANTAR
Nel presente, le grosse dosi di bacta e il sarcasmo di Fennec Shand stanno aiutando Boba a svegliarsi dal torpore. Gli incontri con il sindaco di Mos Espa Moz Shaiz e con il giovane rappresentante dell’Order of the Night Wind ci raccontano della difficoltá di Boba di gestire la politica della sua nuova condizione senza pestare margherite di Bantha dappertutto.
E finalmente scopriamo la più grossa: i Gemelli, cugini di Jabba, che reclamano Tatooine per sé, con un - urla di giubilio ed elazione- gigantesco gladiatore wookie al seguito. I più malati sapranno che si tratta di una delle invenzioni più fighe del nuovo canone, Black Krssantar, gladiatore part-time e cacciatore di taglie (quella cicatrice sull’occhio sinistro gliel’ha fatta Obi-Wan Kenobi a poche miglia da dove lo troviamo ora) e occasionale collega proprio di Boba introdotto nel 2015 nella serie di Darth Vader - che dovrebbero insegnare nelle scuole. Speriamo che la cosa venga riconosciuta quando, inevitabilmente, verrà il momento di sfregiargli l’altro occhio con una lancia Tusken.
Domandone: perchè Mos Espa è cosí piena di Trandoshani accigliati? Domande segaiole che non troveranno mai risposta.
I’LL BE BAC(K)TA
Ogni scusa è buona per farsi qualche oretta nel bacta per Boba, e per noi, visto che ormai é il framing device dei suoi flashback — anzi, come li chiama lui, sogni.
Là dove Balla coi Lupi incontra Lawrence D’Arabia, Favreau scrive un saggio sulla cultura Tusken che ha sempre più sfaccettature interessanti. Boba sembra aver abbracciato il suo nuovo ruolo e non pare volersi guardare indietro: ma quale gioco sta giocando? É davvero tutto cuore quello che lo porta alla rissa a Toshe Station (altra topaia confirmed, grazie George e Jon), o anche del mero opportunismo?
Guardando al presente, è ancora più affascinante che, una volta riacquisita l’armatura mandaloriana, non riununci a parte delle sue vesti Tusken. Insomma, molto meglio di una certa altra conoscenza biondina e con gli occhi azzurri.
COME PYKE, MA CHE SARAI
Ri-incontriamo i Pyke dopo Clone Wars e Solo: A Star Wars, e sono più viscidi che mai. Dopo la morte di Jabba, è probabile che il cartello abbia fatto la mossa su Tatooine e stia cercando di approfittare del caos sopraggiunto con una certa rapidità (d’altronde, non vediamo dignitari Pyke in Episodio VI per una ragione, e non ditemi che è che nel 1983 non erano ancora stati creati), ma Boba deve dare una svegliata agli sprovveduti Tusken troppo avvezzi a torturare malcapitati a caso.
I più furbi ci vedranno dei riferimenti a Dune - no dai incredibile un pianeta desertico e si parla di spezia - anche se ovviamente la Sansanna Spice viene prodotta a anni luce di distanza su Kessel (vedi Solo) e non localmente.
Piuttosto un collegamento tematico un po’ più sostanzioso viene dai Tusken-indigeni e la loro difficoltà a mantenere il controllo del proprio pianeta perennemente incastrato in una guerra di potere e affari, molto simile a quella dei Fremen con Arrakis nel romanzo di Herbert. Che possa giocare un ruolo nei piani di Boba (un novello Paul Atreides?), se davvero si confermasse la sua infinita purezza d’animo?
Nota di merito per la grande rapina al treno Pyke, una nuova piccola gemma d’azione e introduce una chicca di pura weirdness starwarsiana con il nuovo droide macchinista del treno, tutto mosse rapide, dettagli ravvicinati e montaggio a sberloni. Joseph Shirley, compositore della colonna sonora delle puntate su temi del nostro venerabile Ludwig, ci infila anche una versione forsennata del classico motivo di Tatooine da Episodio 4 che ci fa sognare le orecchie.
Settimana prossima… saremo già quasi a metà serie!
Il tempo passa quando ci si diverte, ma passa ancora meglio se sei intrappolato nella carbonite!