Dove George Lucas non è mai stato prima
In questo secondo episodio di "Ahsoka tu, non dovevamo rivederci più", parliamo del momento più importante della lore di Star Wars dal 2005.
La terza puntata di Ahsoka è potenzialmente l’aggiunta più importante alla mitologia di Star Wars da La Vendetta dei Sith.
Spesso le cosíddette lore rimangono costruzioni pseudo-storiche in supporto al racconto principale, racconti fondativi degli universi narrativi — la terza dimensione delle Intellectual Property in molti casi.
Certo, interagiscono con i meccanismi diegetici, li approfondiscono e contestualizzano, allargano l’investimento emotivo in molti casi, ma difficilmente hanno implicazioni tematiche e filosofiche profonde sul posizionamento messaggistico dell’opera, e difficilmente quanto quelle degli ultimi minuti di questo episodio.
Non si tratta insomma solo di mettere colore su un affresco, ma di aggiornare le fondamenta della struttura Star Wars.
Ma prima…
JOIN DIVISION
Prima di tutto, Fallen Jedi.
Il love language di Filoni è l’azione versus l’esposizione, e questo episodio si muove proprio su un vettore insorabili - forse un po’ incompiuto ai margini, ma è pur sempre un film di 8 ore (ahimè). L’incapacità di fermarsi da un lato assolve certe scorciatoie di scrittura piuttosto convenienti, dall’altro aumenta il peso dei momenti più trope-y: uno su tutti, il ribaltamento del classico join me starwarsiano.
Dall’Impero in poi, il momento join me è la condensazione della tentazione monomitica in Star Wars: il villain fa all’eroe un’offerta difficile da rifiutare - un’offerta che getta una luce nuova anche sulle motivazioni dell’antagonista. Di solito, l’offerta incontra un netto rifiuto. In questa nuova istanza, Sabine, la nuova pupilla della Forza che di Force-sensitive ha davvero poco, accetta l’offerta di Baylan, che la mette davanti alla freddezza e alle limitazioni di Ahsoka facendo leva sulla sua reale incapacità di fare scelte e imparare dai propri fallimenti, la stessa che l’ha paralizzata su Lothal per anni. Il suo sguardo incerto nel finale, dopo che she has done the deed in termini quasi da Vangelo, fa presagire che la realizzazione dell’errore è già arrivata.
Sabine si guadagna passo passo un posto tra i migliori personaggi della saga perché il suo arco è quasi invariabilmente una sequela imbattibile di fallimenti - un po’ come l’Indiana Jones di Predatori, stando in reame Lucasfilm.
INQUISIZOMBIE
E quindi l’”ex”-Inquisitore Marrok è un cugino del fumo nero di Lost. Oppure la sua morte è un segnale di quello che potrebbe essere piano che Morgan (e delle sue vocine nella testa) hanno per il nuovo Impero di Thrawn: un esercito di zombie della Forza (la morte di Marrok ricorda quella dell’Inquisitore in Tales of the Jedi) manovrati dalla stregoneria delle Nightsisters di Dathomir.
Erede dell’Impero che vai, tentativo di creare super-soldati force sensitive che trovi.
IL MONDO TRA I MONDI TRAMONTA
Negli ultimi minuti dell’episodio, vediamo Ahsoka trasportata nel World Between Worlds, la dimensione trascendentale della Forza introdotta in Rebels, dapprima come gimmick per risolvere un cliffhanger (la supposta morte off-screen di Ahsoka per mano di Anakin/Darth Vader), poi come motivo indiretto delle mire di Palpatine su Ezra, il primo personaggio che vediamo accedervi.
Come mai Ahsoka sia lí, salvata da morte certa, non ci è ancora dato sapere: Che Seatos sia un mondo-portale anche per questa dimensione? Che Ahsoka abbia la capacità di rientrarci autonomamente? Che Anakin l’abbia trascinata in questa dimensione? Che sia solo una scorciatoia per arrivare nella nuova galassia?
Il fatto stesso che Anakin non abbia lo sbarlucchio dei fantasmi della Forza (ed escludendo come improbabile che sia l’Anakin pre-Episodio 3, visto che l’accesso a questa dimensione gli avrebbe consentito di salvare Padmè), dà adito alla possibilità che il Mondo tra i Mondi sia il piano della Forza Cosmica, il grado di connessione più trascendentale della Forza che Qui-Gon imparò a connettere alla Forza Vivente per raggiungere la realtà e, come dimostrato da Obi-Wan e Yoda, interfacciarsi direttamente sparendo e riapparendo fisicamente in essa.
Lo strato che questa potenziale rivelazione aggiunge è la infinita riserva di possibilità di manipolazione spaziale e temporale chei Force user viventi e morti possano portare connettendosi a questo piano. Il motivo fondamentale per cui Sidious ha sempre avuto grandi progetti su questa dimensione è che potrebbe il viatico per l’attuazione altrimenti in completa del piano dei Sith: la dominazione e manipolazione di tutti i piani della realtà - della Vita stessa, in altri termini. Una possibilità però che gli è sempre stato negato, vista la diversa natura dell’uso del Lato Oscuro, che non si connette alla Forza come sistema ma usa la Forza come mezzo. Il personaggio di Baylan - non Sith, ma Jedi rinnegato - potrebbe essere in grado di accedere e manipolare il World between Worlds e attuare una sua versione del piano Sith, ma con quali fini?
Ancora di piú, l’orizzonte contenutistico di Star Wars si allarga: una riflessione non solo sui pilastri etici che muovono il comportamento umano, ma sulla natura stessa della vita e sulla nostra connessione con l’universo. Non solo una eterna favola di male contro bene, di egoismo contro altruismo, di paura contro speranza, ma uno spostamento netto sulla responsabilità che le nostre scelte hanno sugli altri, e sul nostro ruolo come parte e fondamento della nostra realtà - o del almeno del nostro sistema esperienziale.
Mica cazzi.
L’episodio di Ahsoka in arrivo potrebbe smembrare completamente queste elucubrazioni, per cui potete sempre riprendere questo articolo per umiliarmi pubblicamente usando la funzione commenti.
Nel frattempo, iscrivitevi, iscriviamoci, iscriveteli oppure tirate una gomitata la vostro compagno di banco.
A molto più presto di quanto abbia senso ammettere!