Mandolone il tontolone e altri racconti
Non le Mando a dire su The Mandalorian 3x02
The Mandalorian accelera alla velocità del suono e i cuori palpitano: Mandalore è finalmente tra noi, Din smette di fare il poser, e Jon Favreau non ha ancore tanta voglia di impegnarsi.
SPAGHETTI A DIDROID
Ovviamente la seconda scelta dopo un droide fan favourite - IG-11, vedi puntata precedente - non poteva che essere un altro droide fan favourite.
R5-D4, il droide astromeccanico preferito di NESSUNO, torna per la fottutissima quarta volta in altrettanti anni sui nostri schermi, e almeno riesce a coprirsi di ridicolo in altrettanti altrettanti minuti.
Certo, in fin dei conti è meglio lasciare IG-11 per morto - a cosa è servito il suo sacrificio altrimenti?! - e la meta-ironia vince indiscussa, ma la conferma è raggelante: The Mandalorian rimane una giocata tra action figures di Star Wars di seconda mano: a volte i mash-up sono ancora sorprendenti, ma se il numero di omini rimane lo stesso difficilmente ci si può aspettare qualcosa di più costruttivo.
Il peso un po’ sproporzionato dato alla sottotrama del circuito di memoria della 3x01 può significare due cose: o c’è un fucile di Checov o Favreau è in modalità scrittura coi fuochi d’artificio. Il che è un problema visto che è esattamente come sono venuti fuori Iron Man 2 e Boba Fett.
ROTTA PER CASA DI DIN
E questo ci porta a: per quale cristo di motivo Din Djarin è andato da Bo-Karan alla fine di puntata 1 se la sua priorità era il circuito di memoria?
Questa puntata è un trionfo di scelte stupide per Mando (che avrebbe anche un senso tematico - more on that later) ma perchè viaggiare dentro e fuori dall’Orlo Esterno due volte prima di finire quella quest?
Per un personaggio così solitamente quasi monolitico nell’affrontare una priorità per volta, andare e cercare un’alleata in Bo-Katan per una quest che voleva intraprendere da solo sembra estremamente poco sensato.
L’intenzione era reintrodurre Bo-Katan dopo gli eventi di Mando 2? Forse Jon Favreau le ha fatto un disservizio, specie in un mondo post-Andor, che ci ha abituato a utilizzare i personaggi come dinamo di senso, non come punti su una mappa (sbagliata pure perché il sistema di Mandalore é lontano da Nevarro e Tatooine)
GROGU BEGINS
I giorni/settimane/mesi trascorsi su Ossus con Luke Skywalker non sono stati inutili, ed emerge piano piano il senso della scelta di Grogu. Mando è una bella alternativa all’isolamento e al sacrificio che avrebbe dovuto sopportare per la seconda volta addestrandosi da Jedi.
Luke gli ha saggiamente aperto la discussione (in modo un po’ manicheo, certo), e Grogu è un force wielder migliore per questo. Bilanciando la sequela di scelte goffe e autodistruttive di Din in questa puntata, Grogu acquista sempre maggiore sicurezza in se stesso e nelle sue capacità nella Forza. Forse La sapevolezza della razza di Grogu e Yoda sta proprio nell’acquisire una consapevolezza interiore che va al di là delle proprie capacità verbali e motorie Grogu a questo punto della sua traiettoria è un figlio finalmente al sicuro, che non ha bisogno di temere e nascondersi - sarà un problema? Ma allo stesso tempo il piccolo è pronto a recepire la sua nuova eredità, che Din, ormai accettato il suo ruolo di figura paterna, gli impartisce piano piano. Quando non fa minchiate.
MANDA-LORE
Din non perde tempo e va dritto alla fonte dei suoi dispiaceri: le Mines of Mandalore. Ovviamente è una trappola di ricordi e insidie: la gloria della civiltà mandaloriana è in rovine, l’Impero ne ha voluto cancellare la memoria facendosi forte della divisione in seno ai Mandaloriani stessi. Creature selvagge e deformi ne hanno preso possesso - compreso un magnifico cyborg parente di Grevious, forse essere il collo di bottiglia del perchè nessuno sia riuscito a riprendere possesso della città. Questo parassita ha preso possesso di Mandalore, e le domande che solleva sono molto molto molto molto interessanti - ma forse per un altro momento.
In questo contesto, Din imbevuto di gloria divina fa un errore dietro l’altro, e davanti a lui si aprono più domande che risposte. Ogni volta che si avvicina al passato di Mandalore, Din fa un passo indietro nella sua ricerca o sbaglia qualcosa - perché forse, il suo percorso è quello sbagliato. Raccolto il casco di un Mandaloriano morto, viene catturato. Immergendosi nelle Living Waters di Mandalore, viene inghiottito.
L’ortodossia di Mando viene punita o messa in ririolo a ogni passaggio, perché è l’esperienza stessa di Mandalore a renderlo sempre di più Mandaloriano - sotto gli occhi sgranati di Bo-Katan, che persino lo nutre. Non più un soldato, non più un seguace fedele, ma finalmente un uomo che abbraccia la propria cultura e merita sempre di più di brandire la pesantissima eredità della darksaber.
Un patrimonio di cose che che rende la sua legacy da trasmettere più completa, ora che il destino di Grogu sembra segnato - diventare il nuovo Vizla, il nuovo Mandaloriano Jedi. E questo mi fa presagire un time jump presto o tardi. Se non altro per vedere Grogu adulto cavalcare un Mitosauro.
Finisce così il secondo episodio, e finalmente siamo già a un punto cruciale: come si svilupperanno le cose tra Mando e Bo-Katan?
Lo scopriremo settimana prossima, ma nel frattempo iscrivetevi con passione a questo Substack.
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