Meaning/Less #2 - Ogni tanto parliamo di Luna
In questa puntata: The Young Italia, 4G sulla Luna, colonne sonore e molto più Dune di quanto mi aspettassi.
Eccomi qua, subito in ritardo di una settimana alla prima uscita. Se tutto é andato secondo i piani, questo post vi raggiungerá lunedí mattina. Spero stiate leggendo quindi mentre sorseggiate un caffé o con gli occhi gonfi di sonno e ansia per una nuova settimana di torture che inizia, almeno non notate i refusi.
Sono in ritardo, ma tra una nuova cosa dei Newrant e idee che bollono per altri articoli, vi giuro che non mi sono assolutamente seduto sulle mani - ma mi fanno male lo stesso per la velocitá con cui devo mettere per iscritto le seguenti elucubrazioni.
THE YOUNG ITALIA
Come teaserato, é cominciata (e ormai si avvia al termine) la mia serie spin-off de La Giovane Italia, pubblicata sul mio Instagram in occasione dell’Inktober 2021 (o come vogliamo chiamarlo quest’anno insomma).
Cosa vi comunica questo ritratto?
Angoscia?
Voglia di mangiarsi le unghie?
Impulso ad andare su Wish a ordinare un papillon?
Bene, ho raggiunto il mio obiettivo.
No, l’idea é sempre e comunque di fare i satirici a discapito di qualche persona famosina, ma ne parleremo meglio a fine mese quando pubblicherò il cucuzzaro sul mio sito paolodales.com.
VENOM 2
Non guardatelo. Cioé oppure guardatelo e capite una volta per tutte perché Venom e Carnage sono fondamentalmente una cosa sbagliata.
LA LUNA
Nokia sta progettando una rete 4G sulla Luna, in preparazione al nostro ritorno sul satellite nel 2028 (🤞). Se davvero dobbiamo attrezzarci per avere un secondo pianeta d’appoggio, meglio arrivarci con i beni di prima necessitá giá attivati.
STORIA DELLA COLONNA SONORA IN FIAMME
Le valangate di uscite cinematografiche delle ultime settimane mi hanno entusiasticamente costretto a recuperare uno dei miei passatempi preferiti, ascoltare colonne sonore.
Non sono mai stato un’amante di Hans Zimmer, ma la sua score per No Time To Die mi ha incuriosito molto. Non tanto perché sia innovativa o sorprendente (non lo è), ma perché per una volta ha applicato la sua sintassi di leit-motif di due o tre note e grossa ibridazione con il sound design su materiale giá canonizzato, facendone salsiccette di senso chirurgicamente utilizzate.
Il tema di Bond é segmentato in cosí tante unitá musicali che la sua straordinaria adattabilitá e camaleonticitá diventa ancora più sorprendente.
Le note introduttive diventano un ostinato-sega-elettrica per le scene d’azione più pesanti.
Gli accordi fondamentali del tema fanno il tuffo carpiato: sono alla base della title song di Billie Eilish (e di tutte le Bond song), e proprio in quest’ultima versione vengono usati come tema d’amore.
Come sopra, solo che vengono rimessi in gioco temi “morti e sepolti” di film che non fanno parte del Craigverse (ovvero i cinque film con Daniel Craig, in caso servissero spiegazioni). E non di film a caso ma di uno specifico - On Her Majesty’s Secret Service.
Eccoli qui:
da uno dei pezzi di Louis Armstrong più famosi di sempre:
E lui:
Dal tema del film vero e proprio:
Ed é per me un enigma piuttosto interessante, perché gli autocit in Bond raramente hanno evaso il recinto della strizzata d’occhio. Qui sono parte integrante del motore narrativo-emotivo del film. Perché cosí apparentemente senza collegamento? E perché con l’unico film di Lanzenby? É solo il fatto che il film del 1969 é quello con il Bond più umano?
Sinceramente mi trovo in difficoltá. Bondiani più ferrati di me sanno rispondere?
Per altre informazioni sulla genesi del tema di James Bond, la storia delle Bond song e la sorprendente continuitá musicale dei film del Craigverse, ascoltate questa bellissima puntata di uno dei miei podcast preferiti, Switched on Pop (ehm sí, è in inglese).
Passiamo oltre. Foundation, la serie di Apple TV+ tratta dai romanzi di Asimov che vede protagonista il futuro e la sua capacitá di prevederlo, é iniziata e mi ha regalato momenti di elazione purissima che non so descrivere - soprattutto questo pezzo qui:
Tornando a Hans Zimmer, vi consiglio il lavoro trascendentale che ha fatto per Dune, dove ha fatto un lavoro diametralmente opposto a No Time to Die. Parleremo di ecosistemi cicilici tra poco e quello che ha fatto con questo film é stato proprio saldare senza soluzione di continuitá score tradizionale leit-motivica e sound design. Le soluzioni spaziano da percussioni e voci berbere alle cornamuse spaziali, ma tutto si tiene insieme grazie a una rarefazione e a un senso di mistero del tutto totalizzanti. Anche qui parlerei di elazione, ma un’elazione strettamente imparentata con stati mentali di totale alterazione e, come accennerò tra poco, di paranoia:
Parlerò di Dune (e di Foundation) ancora tra poco e in uno dei prossimi pezzi, per cui rimanete legati alla sedia.
DUNE - CINEMA TOTALE
Quando ho iniziato a scrivere questo pezzo, non volevo droppare ancora nulla su Dune, ma é finita cosí. devo farlo. Non posso farne a meno.
Dune è stata un’esperienza intima e spirituale per me.
Sensorialmente, la visione del film di Villeneuve é parallela e complementare alla lettura del libro originale di Herbert. Trasposta al cinema, questa prima parte di Dune si impone per la sua scala, esattamente come il volume cartaceo.
Campi totalissimi. Dimensioni incomprensibili. Profonditá di campo infinite. Immagini amplificate da mille strati di suono. Villeneuve mozza il fiato non per il gusto di farlo ma per rubare visceralmente l’ossigeno al respiro naturale dell’universo di finzione (fino a un certo punto) e immetterlo nel nostro sistema di miseri osservatori. Il fattore umano é una particella di polvere in un universo di cicli simbiontici illeggibili attraverso le misere valute che ci competono - potere, soldi, persone, amore. Eppure le forze sono in campo perché il mondo degli uomini e i cicli delle stelle e del tempo entrino in sintonia. Questo film é solo il primo passo.
Everything under the sun is in tune
But the sun is eclipsed by the moon
Dicevano i Pink Floyd in Eclipse, un altro brano di fortissima carica spirituale non per nulla scelto per il primissimo teaser del film.
Deviazione: la canzone Eclipse é coincidentalmente la seconda parte di un capolavoro sulla paranoia e il crollo delle barriere della sanitá mentale come Brain Damage. E la paranoia é un elemento importantissimo nella forma mentis dei personaggi di Dune: potere, soldi, persone, amore sono essi stessi parte di un ciclo simbiotico di cause, effetti e correlazioni che si arricchisce di nuovi strati a ogni iterazione. Ogni scelta, parola, azione va pesata e soppesata e soppesata ancora, ogni intenzione dissezionata e pensata con mille passi in anticipo, e in funzione ropriodi potere, soldi, persone, amore. É un ecosistema artificiale (ossimoro) che si annoda all’ecosistema naturale attraverso Paul.
Qui ci sarebbe da aprire una parentesi sull’importanza della lingua in Dune, (azioni come parole, parole come azioni), ma tornando a Paul, arriviamo allo snodo fondamentale. Di saghe di predestinati ne abbiamo viste e lette a bizzeffe, i risvolti destrorsi di questi personaggi li conosciamo, ma cosa dire di questo predestinato? É un predestinato by design, il prodotto non di una vera profezia ma di un attento gioco di equilibri genetici e fail safe genealogici durato generazioni. Dalle Bene Gesserit. Un ordine di donne che manovra la storia con lo scopo narcisista e meraviglioso di portare l’umanitá all’evoluzione.
Le donne in Dune, parallelamente alle sabbie di Arrakis, sono scartate, inutili, eccentriche, marginali, ma nascondono un potere che solo gli attenti (i più illuminati tra i paranoici) sanno comprendere e utilizzare. Sono chiavi di una conoscenza che i maschi devono conquistare - vediamo qui Lady Jessica, vedremo Chani nella seconda parte (🤞). Ma, anche quando conquistati, potrebbero non meritare. Il potere delle donne, il potere della sabbia, il potere degli ecosistemi come i raggi di sole che emergono ai margini di un’eclissi - But the sun is eclipsed by the moon.
Ne riparlerò comunque meglio - voglio concedermi una seconda visione, voglio argomentare sulle somiglianze con Star Wars, voglio tracciare i parallelismi con il trattamento riservato a Foundation, e di come tutte e tre le saghe tocchino nel vivo alcuni tasti dolenti del presente.
A presto con nuove, eccitanti elucubrazioni. Mi piacerebbe sapere la vostra su quanto ho scritto (ma anche quello che non ho scritto) - potete lasciare un commento qui o sui miei social, basta che non mi mandiate un vocale.