Somehow, il pazzo col gozzo returned
Non le Mando a Dire su Capitoli 23 e 24 di Star Wars - The Mandalorian.
The Spies and The Return confermano lo stato di salute del Mandoverse: Jon Favreau è diventato il nuovo pazzo col gozzo. Lasciato ai propri mezzi e circondato da Yes Men si comporta esattamente come George Lucas, portando sullo schermo una storia di respiro e ambizione più ampia, dove però la mitologia prende il sopravvento sui personaggi. I character arc di Mando, Grogu e Bo-Katan sono assopiti e abbozzati, spesso senza propulsione, i nessi casuali una lussuria. I confini tra silly e Star Wars silly si assottigliano, ma la serie è ancora capace di deliberare un grande spettacolo e solido intrattenimento Starwarsiano.
Ma, in breve, no, Filoni e Favreau non sono the way forward, e Andor non ha (ancora) insegnato niente a nessuno.
L’EREDE DELL’IMPERO
Le buone notizie: la closure del Filoniverse inizia nei primi dieci minuti di The Mandalorian 3x07 - The Spies (uno dei titoli più a caso della storia dell’intrattenimento occidentale).
Non solo Moff Gideon è tornato ed è all’apice del suo potere, ma dalle ceneri dell’Expanded Universe è tornato lo Shadow Council, una lobby di warlords imperiali che sta costruendo qualcosa dalle ceneri di Palpatine e Gallius Rax. Uno sforzo concertato ma segretissimo, il cui mastro burattinaio sembra essere niente popò di meno che il Grand Ammiraglio Thrawn. La menzione del progetto Necromancer, guidato da Hux padre, dà una conferma sui sospetti che circolavano dall’inizio della stagione: Gideon sta lavorando a progetti di clonazione per sé, non per Palpatine. Lo scopo, come scopriremo a fine puntata, è creare un esercito di cloni force-wielding con armatura in beskar robotizzata - un corpo d’elite che gli spianerà la strada come prossimo imperatore.
La somma di tre civiltà, dice il fanboy impazzito Gideon - peccato che siano tutte e tre civiltà fallite.
Ora che sappiamo che Dave Filoni sta lavorando al suo debutto cinematografico - un film che sarà il culmine di questo periodo storico - e che Ahsoka stessa si concentrerà sul ritorno sulla scena del Grand Ammiraglio Thrawn dopo gli eventi di Rebels, si sta delineando uno scenario molto più chiaro. Le pedine sono in posizione perché la leggendaria trilogia di Thrawn, i romanzi che riportarono Star Wars nella conversazione pop a metà tra Trilogia classic e prequels - torni in Live action, o quantomeno, una versione che si incastra nella visione generale del Filoniverse. Che per certi fan di lunga data era un sogno bagnatissimo.
LA RECONQUISTA
Persi i mustacchi e la pettinatura unta, scopriamo che Moff Gideon é stato a Mandalore tutto il tempo. Da buon fanboy redpillato, Gideon conosce a menadito tutti i segreti della cosa che ha distrutto e che vuole elevare a potenza: perfino la menzione a Darth Maul (ex leader del pianeta) nel casco della sua nuova armatura.
Il prezzo della profanazione di Gideon è la ripresa definitiva del pianeta da parte di Bo-Katan e dei clan riuniti (la Sacra Corona Unita Mandaloriana) - difficile dire Mandaloriani dopo che tutti sembrano pensare che l’unico in circolazione sia sempre Din Djarin. Ma il girl power trionfa sempre, ed eccole Bo-Katan e The Armorer a tirare martellate a mezzaria, là dove nessun jetpack era mai stato prima.
La troppola dei Supercommandos di Gideon, la morte di Paz Vizsla e l’incredibile salvataggio del maratoneta Axe Wolvs sottolineano il carattere pragmatico e quasi ottuso del popolo mandaloriano: la guerra è la moneta corrente di questa gente - o forse il testosterone -, più che il carattere. Ed è quello che li ha distrutti e quello che li ha riportati a casa, ma Favreau è molto deliberato nel mostrarci che sotto quei caschi a visibilità limitata c’é ben altro. I Mandos rimasti hanno coltivato, hanno fatto in modo che il pianeta ritornasse ai fasti che conosceva persino prima della guerra contro gli Jedi: life finds a way, e per i Mandaloriani c’è una speranza di raggiungere una vetta ancora più alta.
La distruzione della darksaber è un ulteriore indizio in questa direzione: con la fine della maledizione, i Mandaloriani posso vivere lontani lontani dallo spettro delle credenze e superstizioni che li hanno divisi. Con il sangue e con il cuore, si sono riguadagnati una dignità che i Jedi non hanno mai trovato e la Repubblica ha già compromesso. l Mitosauro rimane materia delle leggende, ma the Forge no. La conquista è completa e i Mandaloriani sono pronti a prosperare.
LE NUOVE AVVENTURE DI DIN E GROGU
Sí, IG-12 è il character upgrade di cui non sapevamo di avere bisogno: anche se setup weirdly, difficile non immaginarsi Karga che da il brief agli Anzellani per costruire un Krang a uso e consumo di Baby Yoda. Ma ce ne liberiamo appena in tempo per dare la possibilita a quella piccola puttana verde di impazzire del tutto contro i Pretorian.
Pretoriani contro Force user: 0 a 4.
Grogu sta diventando un vero guerriero… ma il personaggio ha bisogno di altro oltre al bambolotto factor. Ora che il suo contatto con la Forza è più sano che mai (scudo di fuoco come il miglior Kanan Jarrus).
Dopo una stagione di testate fortissime, Mando ha l’occasione di farci ricordare quello che ci ha fatto innamorare di lui: la scena dell’ingresso in casa Gideon è in pieno mode John Wick (senza la stessa sapienza visiva, con un Famuyiwa spentissimo dopo i fasti di Stagione 2).
L’ultimissimo atto - Din Djarin che diventa ufficialmente padre, il clan Mudhorn ufficialmente una famiglia - paradossalmente sancisce ancora di più la mancanza di evoluzione dei due personaggi dopo Stagione 2. Di fatto, è un esporre in lettere chiare e tonde il climax emotivo di Capitolo 16 (oltre a gettarci negli occhi il dubbio che Djarin fosse il nome di battesimo, WTF).
Stagione 3 finisce con tanti cicli che si chiudono, e una casa su Navarro vista nulla. The Mandalorian finisce qui e potrebbe non tornare, probabilmente ad un punto ben equilibrato per lasciarci: ma lo sappiamo che Favreau ha perso il controllo, e non perderà occasione di lanciarci in una nuova stagione con due personaggi che non hanno più nulla da raccontare (se non fra altri 20 anni).—
Grazie per aver seguito passo passo anche questa stagione, con un po’ più di sofferenza del solito. No, noon ci ritireremo con una transizione a iride come il Capitolo 24, ma le cose potrebbero cambiare un po’ forma per questi contenuti nerdissimi.
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Over and out!