Spiegatemi cosa c****o state facendo se non state guardando Andor
Sarebbe nel mio interesse cambiare argomento. Ma non è questo il giorno.
Non ho davvero idea di cosa vi passi per la mente.
Dove minchia siete?
Cosa cazzo state facendo se non state guardando ANDOR.
Ok, lo so che è colpa mia, me ne prendo un po’ la responsabilità.
Non c’ero io a ricordarvi settimanalmente dell’ennesima serie di Star Wars su Disney+, un rimedio al tedio e alla disperazione di questi tempi oscuri. Ma ho appena traslocato e non sono riuscito a ritagliarmi il tempo necessario per scrivere questi post che sembrano delle cazzate, ma accipicchia che menata.
A proposito, come lo chiamo?
ahahahcheridereahahahah
Veniamo a noi però. Perché dovreste guardare Andor - — cosa che sicuramente NON state facendo - questa serie che è essenzialmente “What If HBO avesse fatto Star Wars'“ ?
Le ragioni sono molte e state sicuri, non sarò sintetico:
RIVOLUZIONE ARMATA FOR DUMMIES
Che Star Wars sia politica per dummies è palese dal 1977, precisamente da quando un gruppetto di vecchi burocrati si sedette attorno ad un tavolo della Morte Nera a misurarsi la stronzaggine.
Nella storia del franchise la cosa è stata più o meno evidente (dalle sessioni in Senato alle franchigie commerciali, all’ignavia di DJ - don’t join, capita? -, fino al sindaco corrotto di Mos Espa), ma in Andor è esplosa ed è diventata incitazione a banda armata.
Esploderò meglio il tutto nelle mie disamine a blocchi nei prossimi giorni, ma è chiaro fin dalle primissime battute che Andor è all’osso uno studio sulle dinamiche dei regimi fascisti, sulla normalizzazione dei meccanismi di repressione, apatia e controllo, e, di contro, i travagli che debba attraversare la formazione ideologica, politica e organizzativa della reazione alla dittatura
Questa allegoria brucia, e OVVIAMENTE è strettamente collegata a quanto sta succedendo nel mondo reale, specie in questa fase storica di forte ritorno delle destre. Fa un po’ dissonanza cognitiva per vederla dobbiamo pagare un abbonamento a Disney+.
Di contro, la ribellione ottimista e ineccepibile nella sua sgangheratezza, quella che abbiamo imparato a conoscere nella Trilogia Originale e in Rebels, sta attraversando i suoi dolori della crescita, e con essa tutti i sacrifici e i compromessi morali necessari.
Al pensiero monolitico dell’Impero corrisponde una miriade di movimenti, sotto-movimenti e ideologie inevitabilmente frammentarie e contraddittorie. Un po’ come il PD.
Ma d’altronde è difficile combattere un pensiero conformista con un altro pensiero monolitico, e, come dimostra anche la storia, la comoda tentazione di cercare una risposta netta e non ambigua alle problematiche della realtà sociale porta in sè il seme del totalitarismo a venire.
In nuce, Andor sembra concentrarsi esattamente su questo: cosa vuol dire essere un ribelle? Come può il singolo combattere l’oppressione? E a che prezzo?
SERIO, SERISSIMO, PRATICAMENTE STRONZO
Mi sembra abbastanza intuitivo che, da queste premesse, Andor iper-reagisca una caratteristica fondamentale di Star Wars - soprattutto dello Star Wars Prequel e Disney, ma trattasi di tratto connaturato.
Lo dico eh, tutti seduti.
Star Wars è pieno di scemenzine.
Questo Star Wars no.
Questo Star Wars é serissimo.
Brutale, violento, non senza ironia e senza speranza, anzi in disperata ricerca di una luce nel buio più bio che c’é.
Con sprazzi di umorismo - sarcasmo, meglio - ma molto molto molto seria.
Se é un eccezione, é una di quelle eccezioni che conferma la regola -
che Star Wars non è una polarità e basta, ma una totalitá che abbonda di sfumature.
Qualcuno qualche settimana fa mi chiedeva: ma dove sono i buoni in Andor? É una semplificazione un po’ con l’accetta certo (specie se non hai votato Meloni), ma rende bene l’idea della quantità di lols manchino.
BETTER CALL SYBIL
Prima ho paragonato Andor a HBO, ma oera non sono sicuro sia l’analogia più giusta.
Andor é una storia a innesco, un domino narrativo in cui piccoli inizi hanno grandi conseguenze.
Andor non fa il lavoro sporco sedendosi sulle spalle di altre storie, non occhiolina di nostlagia, e ci ricorda della destinazione con piccoli dolorosi inserti (appunto, perché tutti muoiono): il risultato, Rogue One ed Episodio 4, e alla fine la caduta dell’Impero, sono davvero una conquiste, non sono solo tensione.
Una delle cose migliori che abbia letto su Andor, viene dalla bocca del creatore Tony Gilroy: è demenziale criticare la mancanza di “posta in gioco” in questa serie, perchè tutte le nostre vite hanno una posta in gioco anche se sappiamo che moriremo.
E infatti, sappiamo già che questa storia finisce su una spiaggia su Scarif. Ma quello che ci importa di sapere ora è perché finisca lì.
In questo Andor é simile a Breaking Bad e ancora di più a Better Call Saul: e l’incredibile dedizione per il viaggio stessa ancor più della meta esonda nella qualità della messa in scena.
E GIUSTO QUANDO THE VOLUME HA ROTTO IL CA…
The Volume (o Stagecraft per gli iniziati) è la definizione letterale di “Il cielo in una stanza”. Fantastico, rivoluzionario, una risorsa incredibile e il futuro del cinema. Bene. Ma perchè ostinarsi a far sembrare gigantesco un garage con schermi ad alta definizione che non riesci ad allineare all’asse della camera, quando puoi risparmiare tempo (forse denaro a questo punto?) e girare dal vero con una migliore efficacia?
Andor è tornato alla radici più ruspanti dello Star Wars di Lucas, riprendendo una tendenza che i Sequel stavano per ripercorrere: costruire una galassia sui più pazzeschi scenari del mondo reale, sposati al buon gusto di un art direction chirurgica negli interventi e massimalista nei risultati.
Guardando la serie, è già successo molte volte che riconoscessi luoghi che ho ammirato molte volte pensando “sarebbe perfetto in Star Wars” come il Barbican e Canary Wharf qui a Londra. Ebbene, lo hanno fatto, hanno preso il tempo necessario e sufficiente a sviluppare questo mondo visivamente e renderlo vero e palpabile.
E questa palpabilità è tornata in Star Wars.
Il risultato è una storia che respira, si prende il lusso di raccontare visivamente un mondo che non è solo filtrato dalla mente (come per la maggior parte di Obi-Wan, almeno nelle intenzioni), ma che si proietta ed espande all’esterno.
IL GRANDE RITORNO DEI RASOI GILETTE
Questa é per il pubblico del “si stava meglio quando si stava peggio”.
Vi ricordate quando le spade laser erano dei prop fotografici riassemblati? O quando Qui-Gon Jinn telefonava a Obi-Wan Kenobi attraverso un rasoio Gilette?Ebbene, quei tempi sono tornati.
In Andor si torna quando dispositivi, armi e oggetti erano riciclati dal mondo reale: una polaroid con uno smartphone attaccato diventa un localizzatore, persino i Kalashnikov fanno una comparsata. O anche per dire, gli stivali in sconto dell’hardware store:
Se siete della scuola del 100% lived-in Star Wars, Andor é la serie in cui ci si tuffa di prepotenza.
ALTRIMENTI CI INCASSIANANDOR
Parliamo del protagonista.
Cassiano lo sbarbato.
Diego Luna è una di quelle facce che ha fatto seicento film e qualche simpaticone lo chiama ancora “Ricky Memphis”.
Dai, vi lascio una riga vuota cosí vi sfogate le risate.
Rieccoci.
Con solo un film di due ore in cui era co-star, Diego Luna sembra inscindibile ormai da questa sorta di Han Solo al contrario: un sopravvissuto, un approfittatore scaltro senza redeeming qualities, solo un’innata capacità di distruggere tutto (soprattutto se stesso) in virtù di un bene (ma davvero cosí bene?) superiore.
STELLAR STELLAN STAI
Stavo per cominciare a scrivere un’arringa di difesa a Stellan Skarsgård che non solo si difende da solo, non solo parla per sé, ma cioé guardatevi la fine della decima puntata.
Se proprio non avete tutta quella pazienza, almeno arrivate alla quarta puntata.
LA ROSSA RAPISCE, LA BIONDA STUPISCE, L’IMPERO COLPISCE
L’altra protagonista di Andor è Mon Mothma. Con lei entriamo nel B plot più House of Cards della serie (anche grazie a Beau Willimon, in vacanza dal fare lo showrunner).
Difficile immaginarsi un dramma da camera in Star Wars, ma Tony Gilroy ce l’ha fatta: le macchinazioni politiche, i compromessi indigeribili di una politica immanettata da una dittatura che si finge ancora democratica.
Seguitemi nei prossimi pezzi per altri rambling sul suo personaggio, ma Genevieve Riley (ri)porta un personaggio spaventosamente intricato e difficile, anche qui l’opposto della pacatezza monolitica con cui l’abbiamo vista in Rogue One ed Episodio 6.
Dall’altro lato, la Stasi imperiale, l’ISB, non è certo esente da macchinazioni. Qui emerge il negativo di Mon Mothma, Dedra Meero, non una semplice arrivista o cieca obbediente, ma una vera macchina d’odio, il vettore dinamico dell’ordine fascista, una forza di puro Impero. Palpatine sarebbe tanto fiero di lei…
IL TEMA DELLA FORZA AVEVA UN PO’ SCASSATO
Infine, la musica. E Star Wars è fatto almeno al 45% di musica.
Senza, semplicemente non funziona. E onestamente funzionerebbe ancora meno se non ci fossi io a ricordarvelo a ogni articolo.
Nicholas Britell, il compositore delle musiche di andor, non è un novellino, di sicuro, ma è uno di quei nomi nuovi che probabilmente sta facendo parlare meno di sé, pur confermandosi a ogni uscita tra i più talentuosi e flessibili della scena.
Se Ludwig Goransson ha allargato il soundscape Starwarsiano con temi nuovi e anche col canone williamsiano, Britell sta seguendo un percorso parallelo e complementare.
La sua impronta è più oscura e industriale, ma i temi si avvicinano cromaticamente ai classici - forse più dalle parti di Giacchino che di Williams (in particolare su ISB e marcia imperiale) - ma disegnano un mondo sonoro comunque fresco e magnetico.
Britell è la sabbia tra i denti di questo ritratto di cinismo e fascismo: non eleva alcuna solennità ma disegna malinconie, scrive attorno ai vuoti morali ed emozionali, persino anche quando fa source music (Naimos! qui sotto).
D’altronde, che senso ha scimmiottare Williams quando si può fare quello che avrebbe fatto lui, ovvero abbracciare altri generi e suoni, per riempire quello che le immagini non riesco a dire.
Vi lascio proprio con Naimos!, la Cantina Band perfetta per questo secolo cinico e baro.
Allora…
Se la vostra risposta è no, ci vediamo da tra pochi giorni su questi lidi con la prima puntata di {inserire nome deciso dal pubblico}.
Nel frattempo ONLY ONE WAY a tutti!