The High Republic, ovvero l'antidoto di Star Wars al Trumpismo.
Affinità e divergenze tra l'iniziativa editoriale Lucasfilm sull'età d'oro dei Jedi e l'ambizioso fronte Antifascista.
“For Light and Life”
Star Wars: The High Republic ha inizio 200 anni prima di Episodio 1: la Repubblica è all’apice della sua espansione e gloria, con essa l’Ordine Jedi. Attraverso tre romanzi, due serie a fumetti, tre romanzi Young Adult e tre Middle Grade, scopriamo cosa rende unico questo perido\; a stazione spaziale Starlight sta per connettere i mondi dell’Orlo Esterno con il centro della galassia. Un’era di illuminismo e speranza, quanto di piú opposto all’oscurità dell’Impero.
Più alta l’ascesa, più rovinosa la caduta. Un cataclismatico incidente nell’iperspazio mette in pericolo svariati mondi della galassia e svela la minaccia : i Nihil. Questi pirati spaziali, uniti dall’ambizione e crudeltá di Marchion Ro, hanno appena intrapreso un’aggressiva campagna di saccheggi, violenze e devastazione su più fronti per gettare l’Orlo Esterno nell’anarchia, per dimostrare una volta per tutte l’ipocrisia della Repubblica e l’indecisione degli Jedi.
Ma l’Ordine compatta le forze e sfrutta l’empasse per mostrare con ancora più convinzione i propri ideali. I tre più nobili Maestri in attività diventano l’incarnazione dei più alti valori della Forza: Avar Kriss, futuro leader della stazione spaziale Starlight, Stellan Gios, il volto pubblico dell’Alto Consiglio Jedi, Elzar Mann, l’uomo d’azione dell’Ordine.
Le azioni dei Nihil sembrano inizialmente disorganizzate e caotici, ma quando sabotano la Grande Esposizione Galattica su Valo, l’evento simbolo della resilienza e dello splendore della Repubblica, i loro intenti diventano palesi. Marchion Ro ha molti assi nella manica: i Paths, misteriose scorciatoie dell’Iperspazio, che permettono ai Nihil di essere ovunque nella galassia in un istante senza essere rintracciati; i Drenghir, creature ancestrali generate dal Lato Oscuro della Forza; e i misteriosi Nameless, gli unici in grado di compromettere la connessione tra la Forza e gli Jedi, consumando i force-user fino a renderli letteralmente polvere.
Questa in sintesi è la Fase 1 della iniziativa editoriale The High Republic, concentrata proprio sull’apertura delle ostilità tra Nihil e fronte della Luce. Il climax - ovvero la distruzione della stazione spaziale Starlight e la simbolica sconfitta dell’asse della luce - è un cliffhanger che attende ancora risoluzione, molto probabilmente nella Fase 3 a fine 2023. Le ramificazioni di questo cataclisma sono potenzialmente quelle che possiamo percepire anche nella saga degli Skywalker: una galassia che lotterà per ritrovare speranza e luce, un Ordine Jedi che rimetterà a fuoco il proprio ruolo, una Repubblica che inizierà a essere inghiottita dalla burocrazia e dall’ingordigia.
La storia editoriale
The High Republic entra nel radar del fandom nell’aprile 2019, durante la Star Wars Celebration di Chicago. Gli scrittori Charles Soule, Cavan Scott, Claudia Grey, Justina Ireland e Daniel José Older salgono sul palco e annunciano, in toni molto vaghi, Project Luminous, erano una iniziativa editoriale di lungo termine tra letteratura per adulti e ragazzi, fumetti e altri media, ambientata nel passato della storia della galassia.
I particolari non vengono diffusi prima del febbraio 2020 - sì, praticamente a inizio pandemia. Diventa chiara l’ambizione della scommessa di Lucasfilm: non vengono coinvolti soltanto un manipolo di scrittori (quelli citati) di grande esperienza in questo universo narrativo, ma anche creativi, concept artist e illustratori che hanno lavorato agli stessi film, videogiochi e serie TV, oltre al mitico Story Group, la cabala di esperti che coordina tutto quello che esce da Lucasfilm.
Con gli annunci successivi e grazie a una puntuale attività social, diventa chiaro che The High Republic è soprattutto un grande laboratorio creativo, un pilota a metà tra il paradigma di una produzione cinematografica tradizionale e il grosso impulso accentratore di Kevin Fiege, dove gli autori decidono collettivamente quali storie raccontare — una sorta di writers room ma con ancora più autonomia.
E non solo: il suo impatto si fa sentire anche nelle produzioni più mainstream, con la serie TV The Acolyte, attualmente in produzione, ambientata proprio sul finire di questo periodo storico.
Vendetta sull’uomo bisonte
Light of the Jedi, il primo romanzo di The High Republic, vede la luce il 4 gennaio 2021. Non c’è bisogno di ricordarvi cosa successe due giorni dopo.
Nel momento più buio della storia americana, emerge quello che è probabilmente un buon manuale di istruzioni per sopravvivere all’apocalisse. Sí, perchè anche quando la battaglia sembra vinta (per Biden), o le barricate alte abbastanza da sembrare incrollabili, il bene fondamentale, ovvero il valore degli esseri viventi in ogni loro dimensione - personale, politica - e del loro far parte di un tutto, va difeso a ogni costo.
Il male dei Nihil è anarchico nelle fattezze ma estremamente Trumpiano nell’animo: è una forza mossa solo dalla prevaricazione, dove ogni livello di interazione sociale e umana viene asservito ad un bene che è unicamente quello del singolo. La libertà è una scusante, un alibi alla responsabilità. La verità è uno strumento di consenso. La violenza è un linguaggio, e come tale riformula il mondo che descrive - o meglio, distrugge.
Lo stesso tradizionale paradigma starwarsiano si ricalibra più verso il dualismo egoismo-altruismo, che verso paura-speranza.
Da questo punto di vista, è cruciale che i cattivi non siano poi così speciali. I Nihil non sono Force sensitive - anzi, la loro prospettiva è totalmente opposta. È proprio in virtù di essere “persone normali” - che nella loro prospettiva coincide con l’affrancarsi da qualsiasi esempio etico e politico - che continuano a razziare la galassia, ed è proprio facendo leva su questa illusione che il loro leader Marchion Ro ne prende il controllo e ne sfrutta la forza.
Non mi sembra produttivo sottolineare ancora una volta quanto sia politico Star Wars, ma qui sottilmente - forse troppo sottilmente - si incastra una lettura che li rende estremamente nuovi ed interessanti: in questa storia, loro, i Nihil, sono i Ribelli.
In un universo narrativo dove l’instabilità politica è una costante, in bilico tra dittature e democrazie ineluttabilmente corrotte, i Nihil sono l’antitesi e il rafforzamento delle forze esoteriche e meramente fasciste del passato. Sono l’alternativa, anzi, la reazione violenta a un potere omogeneizzatore in espansione e votato a un codice etico molto codificato - proprio come l’Impero è per l’Alleanza Ribelle, e, in altri termini, come la “cabala” Woke/Dem/Liberal/whatever viene ritratta della Destra. Vedremo come la saga evolve nelle Fasi 2 e 3, ma è come se i Nihil come se avessero piantato i semi della caduta della Repubblica puramente esistendo. Tornando al parallelo con l’attualità, sono queste idee di alternativa a creare la tensione che sta rodendo alle fondamenta i concetto di democrazia ovunque nel mondo.
Piccolo Jedi non andare via
Il toccasana per stare dalla parte giusta della storia in The High Republic è sostanzialmente aggrapparsi ai sani principi, e gli Jedi bene o male sanno da che parte girarsi.
Giusto.
L’altro punto della questione sono proprio loro, come si relazionino con le istituzioni della Repubblica, come loro mentori e difensori. Un tema che attraversa questo periodo, considerata`anche l’età anagrafica di molti padawan e Cavaliere, è proprio che queste relazioni sono in continua evoluzione: la dinamica Maestro/Apprendista é quasi solo questione di etichette, e questo equilibrio viene messo in continua discussione. Come vedremo in The Last Jedi, per tornare alla Skywalker Saga.
Per alcuni personaggi, questi dilemmi vanno oltre: cosa vuol dire essere eroi? Qual è il prezzo da pagare quando ci si crede onnipotenti? Queste domande e come ciascuno di loro vive la Forza (Avar Kriss per esempio la percepisce come una canzone corale) li rendono i più incredibili esempi di un fronte non uniforme e intoccabile ma definito dai propri conflitti interiori. Forse la crisi Nihil esploderà fino a spingerli a sottrarsi a queste domande, innescando la paralisi degli Jedi che vedremo nei Prequel. Il trio di personaggi fondamentali (Elzar, Avar, Stellan) ne pongono un’altra: che ha senso essere eroi?
Nubi di basso impero
Questo nuovo capitolo della - beh diciamolo - IP Star Wars, rivela molti dei limiti delle recenti iniziative Lucasfilm / Disney, particolarmente sul fronte letterario.
Proprio per questo focus sulla Repubblica e Jedi, quello che The High Republic aggiunge è un po’ di spessore a temi ed elementi che già conosciamo: per quanto ce ne vengano rivelate sfaccettature e aspetti talvolta inediti, è difficile non rimanere un po’ unimpressed, soprattutto quando ci si imbatte in conflitti, plot point e punti di vista tematici sostanzialmente simili tra prodotti editoriali diversi (persino fuori e dentro THR in qualche modo).
D’altra parte, questa diversificazione editoriale e la probabilità che alcun lettori si spingano a leggere tutto l’output, indifferentemente che siano adult novel o prodotti per più giovani, limitano il range espressivo: le tinte occasionalmente horror e thriller difficilmente spostano di poco il tono da un fondamentale Young Adult certe volte un po’ aproblematico e un po’ mirato a coltivare ship e momenti “memetici” sui personaggi.
E proprio considerando l’iniziativa nel suo complesso, e per quanto gli autori e le PR si sforzino a sottolineare che non è necessario mettersi a pari con tutto per seguire la meta narrazione, nei fatti bisogna farlo. Alcuni archi dei personaggi cominciano su una testata o addirittura un medium e finiscono in un altro, rendendo impossibile tracciare cosa sia successo loro. L’esempio cruciale sono i fumetti IDW di Star Wars: The High Republic Adventures, i cui protagonisti compiono le loro storyline nei romanzi; o The Fallen Star, il romanzo adult conclusivo di Fase 3, dove vediamo compiersi gli archi di personaggi introdotti in un romanzo Young Adult.. Sarebbe stato probabilmente più utile e coerente mantenere una più leggibile distinzione tra personaggi e linee, o lavorare per chiarire alcuni elementi anche ai più agnostici.
Ritorno al futuro
I prossimi capitoli ci porteranno 150 anni prima degli eventi di Phase 1, probabilmente per tracciare meglio la backstory di alcuni eventi in corso in Fase 1, e soprattutto dare una gravitas ulteriore alla minaccia dei Nameless, la vera nemesi degli Jedi a questo punto.
Phase 3 a fine 2023 chiuderà il ciclo, ma sarà veramente curioso capire quali saranno le scelte degli autori in prospettiva dei film, e, soprattutto, di The Acolyte, la serie Disney+ che porterà questa parte di galassia verso le atmosfere e i plot points della Saga degli Skywalker.
Che sia un’ulteriore occasione per tirare una stoccata ai Nihil del mondo reale? L’importante è sempre farli piangere, e che sia l’IP più famosa del mondo a farlo è ironico quanto poetico, da Gino Carano in poi.
È come sempre un piacere accompagnarvi nei retroscena della tempesta di starwarsame in corso, ma spero di prendermi una bella pausa sull’argomento fino ad aprile.
In arrivo belle cose su Sanremo e altre cose anche relative al mio lavoro vero.
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