Din Djarin e la Sindrome del Vecchio Nostalgico
Non le Mando a Dire su Star Wars: The Mandalorian S03E01
Due anni e un gigantesco errore di valutazione più tardi, The Mandalorian è tornato a far macinare carbone ai server criogenizzati allocati a mamma Disney. Là dove Jon Favreau, Dave Filoni e Robert Rodriguez non hanno potuto, riusciranno Jon Favreau, Dave Filoni e Rick Famuyiwa forse potranno — ammesso e non concesso che nel frattempo la morte di zia May abbia messo a registro la fragile mente di Happ-oh scusate ho sbagliato universo narrativo.
Dopo la battaglia di Mos Espa e aver aiutato l’amico Boba Fett a diventare un bonario cazzo di boss mafiofo, Din Djarin si imbarca in una nuova quest: questa volta, de tornare simpatico a un manipolo di oltranzisti religiosi.
Ma perchè direte voi, ora che Grogu è tornato fra le sue braccia beskarute a farsi coccolare e la vita si apre a nuove prospettive ed orizzonti.
Signore e signori, character development.
THIS IS THE WAY OF THE WATER
Fin da quando l’abbiamo conosciuto, Mando agisce come l’incarnazione del fan nostalgico di Star Wars: profonda e irrazionale diffidenza dell’ignoto (superata gradualmente solo in alcuni, straordinari casi), attaccamento ossessivo a ciò che gli è familiare, campo visivo limitato da scomodi supporti artificiali, orizzonte valoriale inesistente e stravolto, comunica efficace ma per enigmi solo con i suoi simili.
Il nuovo è intrinsecamente spaventoso per un ex (suo malgrado) bigotto survivalista che ha appena conosciuto le gioie della paternità surrogata e della fiducia nell’intelligenza artificiale. Non deve quindi stupire che, senza direzione nella vita, Din vada da the Armorer e soci prima (come li ha trovati?) e da Greef Karga a farsi ripetere quello che sa già da tempo (sí lo sapevi giá che Moff Gideon è sotto processo da un Tribunale di Guerra della Nuova Repubblica). Il piacere di sentirsi rassicurati, immagino.
A caratterizzarlo come avatar del fan nostalgico sono ancora le sue scelte: è davvero cosí importante redimersi agli occhi di Children of the Watch ora che ha visto che c’è vita oltre la Via? E perchè andare a pagare pegno da Bo-Katan (nella miglior posa da cattiva immaginabile, che gonza) per racimolare altri nostalgici per una missione che sembrava intenzionato a intraprendere da solo - o meglio, lui e l’unico droide di cui si sia mai fidato.
Al di là degli evidenti parallelismi e della facile psicanalisi, Mando si avvicina il momento della resa dei conti: probabilmente neanche lui sta realizzando la vera natura della sua quest. Esattamente come il fan nostalgico medio che non sa quello che vuole finché non ci si trova immerso, cosí Mando probabilmente perseguirà ottusamente la redenzione dei Children of the Watch prima di realizzare che no, non è questo ciò di cui ha bisogno. O prima di ottenere qualche altra epifania nel percorso - ovvero che il clan dei due, lui e il Mando-Jedi onorario Grogu ritroveranno la Via di Mandalore. Ma prima…
NEVARRO FIERO
La visita a Greef Karga e a una Navarro tirata a lucido è un remake post-imperiale di Lando Calrissian a Bespin, solo con convenevoli e mantelloni più grossi. Ma è del tutto funzionale a introdurci alla terza (contando il nostro amico imperiale che sempre aleggia e la rivale alla guida dei Bo-Katan) minaccia all’esistenza di Mando: Gorian Shard e la sua banda di pirati.
Troppo presto per valutare cos’abbia in serbo, ma se grandi cose hanno piccoli inizi e il Filoniverse finisce sempre per collegare tutto, potremmo avere sorprendi guerre tra Clan in arrivo.
LA SCENA PIÙ IMPORTANTE DI TUTTO STAR WARS
Tutto ha portato a questo.
Poche note a questo giro, tranne The Mandalorian rilancia con una puntata che per ora sembra un po’ confermare l’andazzo di scrittura di Book of Boba Fett. Ci comporteremo di conseguenza.
Per contributi più succosi (scusate, è stata anche una settimana discretamente legnante), vi aspetto molto presto per l’episodio 2.
Intanto iscrivetevi e iscrivete i vostri amici: ogni lettore mi porta più vicino ad avere un’autostima!